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| LA CITTA' DISFATTA
Tre specchi, quattro sedie sgangherate, una camera. Altrove una casa in attesa, clonata: tre specchi a costruire infiniti. Ma opachi. Quattro sedie sgangherate color legno, nascosto nel disordine un mazzo di carte smazzate. Altrove in attesa - in attesa di un sogno - frugano tra le ferite di una casa, seppellita nel ricordo.
Ci teniamo a un amore di carne – di carte smazzate, a una volta celeste contraria. La città che fu madre amorosa è disfatta, indecifrabile, soffocata da nuvole di tenebre. In tutto questo disordine una foto di lei. L'ho ceduta, venduta al miglior offerente. E' tornata.
Ci siamo stesi sul letto, avvinghiati, moltiplicati in fondo agli specchi.
(2012, Ottobre) |
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